
Intervista esclusiva a Geppy Gleijeses e Marisa Laurito
di Vincenzo Iovinelli
Geppy Gleijeses e Maurisa Laurito ci raccontano aneddoti e curiosità che hanno portato alla nascita di questa fortunata commedia tratta dall’omonimo film del grande Luciano De Crescenzo. “Questo spettacolo non lo volevo fare. Poi Siani mi convinse a fare l’adattamento e la regia. Avevano già scelto un altro grande attore napoletano. Poi una notte decisi di interpretarlo ed ora mi godo il grande successo”.
Si ha sempre un certo timore nel presentare un qualcosa di già visto in tv e portarlo a teatro: scivolare sul manto della banalità è esercizio assai facile e consueto. Figuriamoci se parliamo di un film cult degli anni ’80 come “Così parlò Bellavista”: una pellicola entrata di diritto nel cuore e nelle menti di una moltitudine di persone. Sono un artista e non un semplice attore come Geppy Gleijeses poteva riuscire in quest’opera di superare lo steccato del “già visto” e rendere vivida questa commedia dall’intenso effluvio di bellezza e consistenza.
Geppy, si aspettava questo grande successo di pubblico e critica?
Ero convinto di aver preparato un ottimo spettacolo ma sinceramente non avevo previsto un successo così altisonante. In sole tre settimane a Napoli abbiamo registrato qualcosa come 22.000 spettatori. Anche a Roma, al “Quirino” abbiamo riscontrato grandi apprezzamenti da parte del pubblico. Una delle soddisfazioni più grandi è che un grande critico teatrale italiano Franco Cordelli, attraverso questa commedia, ha rivalutato la figura intellettuale di Luciano De Crescenzo.
Quali sono state le difficoltà che ha incontrato nella trasposizione dal cinema al teatro di questa commedia?
Nella mia vita artistica mi sono confrontato sia con il cinema che con il teatro. Hanno tempi e linguaggi assolutamente diversi e differenti. La commedia deve essere un’opera teatrale autonoma e a se stante: se si pensa di fare la semplice sbobinatura di un film ti viene un qualcosa di sbagliato. Invece questa è un’opera teatrale a tutto tondo: divertente, commovente e piena di poesia. Nella commedia ho portato tutti i momenti cult del film, altri racconti li ho presi dal romanzo e poi ho inserito anche delle scene inedite dell’epoca. Il tutto amalgamato dalla mia sceneggiatura. Rispetto al film, nella commedia ho cercato di dare più spazio ai cenacoli che ho preso interamente dal libro che si adattano meglio alla prosa teatrale. Ed il prodotto che ne è venuto fuori credo sia di primissimo livello. Anche se, debbo ammetterlo questo spettacolo non la volevo fare in nessun modo!
Mi spieghi…
Perchè non rientrava nel mio percorso artistico attuale. Mi ero diretto verso altre filoni come “Filumena Marturano” (inserito nella nostra rassegna lo scorso anno) e “Il Piacere dell’Onestà” di Pirandello. Poi Alessandro Siani si era messo in testa di voler fare a tutti i costi questo spettacolo. Dopo averci pensato diedi il mio assenso a scrivere l’adattamento, che era la cosa più difficile, e la regia. Ma non volevo interpretarlo: tant’è che già avevano ingaggiato un altro grande artista napoletano di cui non ti dirò il nome nemmeno in punta di morte (ride). Poi, ci dormì sopra qualche notte, e mi decisi anche ad interpretarlo e sono felice di questa scelta perchè “Così parlò Bellavista” è un piccolo miracolo di cui mi godo il successo che sta riscuotendo.
Marisa, come ci si trova nei panni della moglie di Bellavista?
Debbo ammettere che sono onorata di far parte del cast di questa commedia per una serie di ragioni. In primo luogo perchè è bello partecipare in questa commedia di grandissimo successo con attori di assoluto livello; poi, è emozionante per me fare qualcosa per Luciano De Crescenzo perchè è un mio carissimo amico e poi è intrigante assumere le vesti di questa donna napoletana che deve tenere per terra questo filosofo che invece di pensare alle cose pratiche “filosofeggia”.
Cosa ha portato l’artista Laurito in questa commedia?
Come sempre la passione per questo lavoro che non passa e manca mai e il “sapere” napoletano, la conoscenza dell’andamento delle donne napoletane, del mood, di come si muovono e gesticolano. Ed in questo non ho fatto molta fatica perchè ho visto donne come mia madre, le mie zie, amiche di come si comportavano con gli uomini.
“Così parlò Bellavista” è una commedia dalle tinte divertente ma anche molto riflessive. I temi che vengono alla luce sono ancora molto attuali…
E’ impressionante come il film, girato nell’84, mette in risalto dei temi ancora estremamente moderni: differenze Nord/Sud, la camorra, la corruzione e il lavoro che non c’è. A corroborare la mia tesi basta pensare quando alcune settimane fa misero la bomba alla pizzeria “Da Sorbillo” e sul web impazzava la scena di quando Luciano De Crescenzo parlava al camorrista che gli chiedeva il pizzo. Luciano è stato un visionario: ha fatto da apripista a temi scottanti che poi altri hanno attinto.
Temi attuali: ma questo è un bene o un male?
I temi attuali dell’umanità se sono quelli della camorra è un grande male. Purtroppo dal film ad oggi, le cose sono peggiorate. Pensiamo a come alcune mafia, anche quelle straniere, ormai hanno invaso ogni settore. La dicotomia Nord/Sud ancora esiste aumentata addirittura dal fenomeno dell’immigrazione. Si, perchè oggi non c’è solo la lotta tra Nord/Sud ma c’è anche quella contro degli immigrati che arrivano. La paura del diverso, dunque, è un tema che giganteggia nelle nostre menti. A torto, considerando che il nostro paese rimane tra gli ultimi in Europa per incidenza del numero di rifugiati sul totale della popolazione