Intervista a Maria Nazionale in scena al Teatro Italia il 20 Febbraio 2016:

nella mia vita ho sofferto molto, ma oggi sono una donna felice e realizzata. Merito della musica, compagna di viaggio che non mi ha mai abbandonato.

La carriera artistica di Maria Nazionale nasce nel lontano 1993, quando firmò il suo primo contratto da professionista con la EMI. Erano gli anni in cui si affacciava il genere neomelodico e lei ne era l’interpreta di punta. Ma la sua vita artista ha avuto una parola ascendente: scrollatasi di dosso l’etichetta di cantante solo ed esclusivamente “neomelodica”, ora Maria Nazionale, grazie alla collaborazione avuta negli anni con grandissimi cantautori della musica autoriale, la si può definire una cantante-attrice eclettica e a tutto tondo. Prima di essere cantante, Maria è soprattutto una donna: la sofferenza patita dalla prematura scomparsa di suo marito le ha fortificato lo spirito e soprattutto scatenato in lei una reazione positiva che l’ha riversata nelle sue canzoni. Dopo gli anni bui, Maria ha trovato un nuovo amore, Francesco Sigillo, oggi strumentista della sua band.

Che tipo di spettacolo presenterà al Teatro Italia?

È un Recital in cui racconto le tappe della mia ricerca artistica, dai classici napoletani fino alla scoperta dei cantautori italiani.

In base alla sua sensibilità artistica, cosa differenzia un concerto in una piazza da uno ad un luogo chiuso come il teatro? Dove si esprime meglio?

Sicuramente preferisco il Teatro, poiché c’è una maggiore attenzione e riesco ad instaurare empatia e magia con il pubblico.

La sua carriera artistica è stato un crescendo ma qual è stato il punto di svolta?

Penso che sono stati due i momenti chiave della mia carriera. Il primo: l’incontro con il regista Matteo Garrone, il quale mi scelse per girare il film Gomorra con altri grandi attori come Tony Servillo e Gianfelice Imparato. Quel film ha dato la possibilità di mettermi in mostra anche al cinema ricevendo perfino la candidatura ai David di Donatello come migliore attrice. Inoltre ho da poco terminato di girare un film da protagonista con Michele Placido e con Cristiana Capotondi, Ottavia Piccolo, Violante Placido, Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, dal titolo 7 Minuti. E dal prossimo mese comincerò un nuovo film con un altro grande Regista che è Gianni Amelio. Il secondo, senza dubbio, la collaborazione con Nino D’Angelo che nel 2010. Mi chiese di affiancarlo nella partecipazione a Sanremo e sono sicura che altre tappe importanti successive sono state anche frutto di quel momento vissuto con lui.

Durante lo spettacolo ci saranno momenti in cui leggerà testi e poesie, a quale scopo? Quale è il messaggio che intende veicolare?

Non sono così ambiziosa di lanciare qualche messaggio al pubblico, voglio solo condividere con coloro che verranno ad ascoltarmi alcuni miei sentimenti e stati d’animo attraverso la poesia dando la possibilità di scoprire qualcosa di più dell’Artista e della donna.

Lei ha collaborato con grandi cantautori di spessore internazionale, ci racconta qualche aneddoto curioso riguardante la collaborazione con un artista?

Certamente. Riguarda Francesco De Gregori. Ho scoperto che ha lo stesso amore che ho io per gli animali. Lui mi chiese un po’ della mia vita e finimmo per parlare dei miei animali; ho 5 cani, 2 Gatti e 15 Galline in un pollaio. Lui rimase affascinato e mi disse che in Umbria aveva comprato una porzione di bosco all’Interno del quale ospitava molti animali selvatici preservandoli dai cacciatori, con i quali si scontra di continuo. Questo aneddoto mi fece comprendere ancor più lo spessore di uno dei più grandi poeti dei giorni nostri.

La musica autoriale italiana è suggestiva, ricercata, raffinata e adatto ad un pubblico, aggiungo purtroppo, di “nicchia”. Oggi chi cantante giovane ha le potenzialità per essere un grande artista?

Essere dei grandi artisti significa raggiungere risultati nel tempo e soprattutto essere riconosciuti dal pubblico e dagli addetti ai lavori. In giro ne ascolto tanti che hanno grandi potenzialità ma non voglio sbilanciarmi nell’indicare qualche nome. Ai giovani, in quanto tali, consiglio sempre di lavorare sodo, con amore e soprattutto di dire sempre la verità (quell’artistica intendo). Le somme si tirano sempre alla fine.

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